L’accesso al Rif. Flaiban – Pacherini, per mezzo del sentiero che si snoda lungo la Val di Suola, consente di osservare in maniera ottimale i vari ambienti che costituiscono il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane e, dal punto di vista botanico, permette anche all’escursionista alle prime armi di incontrare caratteristiche tipiche e rarità floristiche senza allontanarsi dal sentiero.
Partendo dall’abitato di fondo valle troviamo un ambiente profondamente modificato dall’uomo, costituito da boschi cedui e ampie zone a prato attraversate dal letto dell’alto corso del Tagliamento (e dei vari rii affluenti), che in queste zone pur avendo carattere tipicamente torrentizio non ha ancora l’ampiezza d’alveo che ne caratterizza i tratti più meridionali.
Sia partendo dall’abitato di Andrazza che da quello di Vico, attraversando i rispettivi ponti sul Tagliamento, si può notare come l’alveo sia popolato da una rada vegetazione pioniera costituita da specie in gran parte erbacee o arbustive, dotate di estesi apparati radicali che consentono di procurarsi l’acqua in profondità. Questa vegetazione detta glareicola varia in relazione alla disponibilità idrica, alla granulometria del terreno e a seconda di come le piene stagionali modificano il corso del fiume.
Nei tratti d’alveo più soggetti ad aridità durante le magre estive sono presenti popolamenti di Dente di leone comune (Leontodon hispidus) e di Lattugaccio dei torrenti (Chondrilla chondrilloides), assieme a tappeti di Camedrio alpino (Dryas octopetala) e di Vedovelle celesti (Globularia cordifolia), mentre, sulle zone meno soggette alle piene si insediano popolamenti di salici.
Il territorio, pur rientrando nella zona ancora interessata dall’azione termoregolatrice del non lontano Adriatico, è tipicamente caratterizzato da un evidente abbassamento dei limiti altimetrici della vegetazione. L’elevata piovosità, sommata allo scarso effetto massa ed all’orientamento trasversale delle catene montuose, determina la discesa della vegetazione verso altitudini inferiori.
Questo fenomeno può essere osservato iniziando a risalire la Val di Suola, dove si può notare come il passaggio dal bosco termofilo, composto da faggio (Fagus sylvatica), acero montano (Acer pseudoplatanus), pino silvestre, carpino nero (Ostrya carpinifolia) e orniello (Fraxinus ornus), a formazioni forestali di lariceti e mughete sia piuttosto rapido, soprattutto per quanto riguarda la sinistra orografica della vallata che, pur essendo più esposta a solatio, è costituita dalle ripide pendici detritiche non del tutto stabilizzate della sovrastante catena delle Fantuline continuamente soggetta a franosità. Nelle zone più protette e meno soggette alle valanghe si notano ampie macchie dove larici e faggi riprendono il posto prevalentemente occupato dal Pino mugo (Pinus mugo) in associazione con specie arbustive come il Pero corvino (Amelanchier ovalis) e Rhododendron hirsutum e Rhodotamnus chamaecistus.
La notevole ricchezza floristica di tutto il comprensorio del parco dipende dal fatto che le zone più alte (nel nostro caso l’alta Val di Suola), rimanendo libere dai ghiacci durante l’ultima glaciazione, hanno consentito ad innumerevoli specie di poter continuare a sopravvivere. Oltre quindi alla molteplicità di specie tipiche della fascia temperata, sopravvivono degli autentici endemismi, cioè organismi differenziatisi in loco in tempi lontani e rimasti oggi isolati in aree circoscritte, che costituiscono luoghi di particolare attrazione per l’escursionista anche per le singolari caratteristiche geologiche e climatiche associate.
Tra questi endemismi evidenziamo l’Arenaria huteri (esclusiva delle dolomiti friulane, la ritroviamo nella Alta Val Cimoliana e nel gruppo del Monte Pramaggiore), il Papaver rhaeticum (tipico dei macereti calcarei dei ghiaioni alpini nella zona di Campoross e della Val di Suola), la Campanula morettiana (curioso esempio di vita tra gli anfratti rocciosi di forcella della Meda in Val Settimana), la Daphne blagayana, la Polygala carniolica, la Primula tyrolensis e wulfeniana.
Tra tutte le particolarità floristiche vale la pena sottolineare la Gentiana Froelichi tipica della zona Fornese e che dà il nome al “Truoi dai Sclops” (sentiero delle genzianelle), che collega in un ampio anello il Rif. Flaiban – Pacherini al Rif. Giaf e all’abitato di Forni di Sopra; inoltre, non può non essere citata la Pianella della Madonna (Cypripedium calceolus), appariscente orchidea diffusa in tutto il parco e particolarmente in Val di Suola, dove può essere ammirata nella sua spettacolare fioritura direttamente lungo il sentiero che sale al rifugio all’inizio di giugno.